“Il mondo cambia ad una velocità spaventosa, per cui anche la città di Siena deve cambiare. Tutti dobbiamo essere gli attori di un futuro in cui la Banca non svolgerà più il ruolo del passato”. Queste le parole del Presidente MPS Profumo pronunciate in occasione dell’incontro con i Priori delle 17 Contrade lo scorso 1 dicembre. Con estrema puntualità, poco più di un mese dopo il massimo dirigente bancario è passato dalle parole ai fatti, tagliando il protettorato alle Contrade. Se la cifra di 255 mila euro fosse stata (e non lo è) una somma insopportabile da confermare, MPS poteva benissimo ridurre anche di uno zero la quota, unicamente per confermare il tradizionale legame Banca-territorio-Contrade. Ciò non è stato fatto semplicemente perchè il segnale di Profumo è chiaro: questa è la fine e l’inizio di una nuova fase. Più chiaro di così si muore. Siena, i senesi e quindi anche le Contrade devono percorrere altre strade, quella vecchia ė piena di macerie. E se le Contrade dovranno fare a meno del sostegno del Monte, di certo la colpa non è di Profumo, ma di chi coloro che in pochi mesi hanno dilapidato un patrimonio costruito in 5 secoli di storia, causando il taglio del famoso cordone ombelicale che univa la Banca e la comunità senese. Stupisce francamente le reazioni dei Priori che in questi giorni leggiamo sui giornali. Quel giorno di Sant’Ansano durante la – speriamo – ultima ossequiosa visita in Rocca, di fronte alla parole di Profumo nessuno si è allarmato? C’è stata preoccupazione? A leggere le dichiarazioni apparse in questi giorni su “La Nazione” sembra proprio di no.
In questa crisi della ex Banca cittadina se dovessimo trovare un momento simbolo per l’eliminazione della parola “di Siena” alla denominazione “Monte dei Paschi”, non c’è migliore esempio di questo. La scelta di Profumo, che certamente non prende decisioni a caso, è stata emblematicamente voluta per far comprendere nel più efficace dei modi, come e su quali basi si articolerà il nuovo corso. Sarebbe stato molto facile tornare ai livelli di protettorato di 35 anni fa (500 mila lire, ovvero poco più di 1500 euro di oggi), si sarebbe salvato capra e cavoli e tutti sarebbero stati contenti lo stesso, ma questo semplicissimo atto avrebbe significato uno sconfessamento dell’attuale politica del management montepaschino. Il vero filo di collegamento con le Contrade dovrebbere essere rappresentato dalla la Fondazione Mps, custode della residua senesità della Banca, ma quella che era la fondazione più ricca d’Italia ha perso 3,7 miliardi di euro in due anni e nel 2011 ha registrato un rosso di bilancio di 331 milioni. E la colpa non è certo di Profumo. Ma, come si dice: non tutti i mali vengono per nuocere. Anche se questo è un male che ha steso un colosso finanziario che sosteneva le esigenze sociali, culturali e della ricerca di una intera città, da un punto di vista puramente contradaiolo ciò significa gettare le basi per una maggiore indipendenza dai vari intrecci politico-finanziari che hanno attraverso Siena negli ultimi anni, sviluppando una gestione maggiormente consapevole della propria autonomia e della propria storia. Con un avviso a tutti i contradaioli: non ci sarà più bisogno di eleggere un Priore o un Capitano montepaschino: non servirà più a niente.
Giovanni Gigli