Cosa hanno in comune il sig. Sohalb Bouimadaghe detto “Budino” ed il Palio? Non lo sapete? Eppure è proprio per colpa di “Budino” che in queste settimane i contradaioli, soprattutto sui social, commentano le nuove disposizioni di sicurezza per il Palio. Infatti, questo signore marocchino ha da poco confessato ai magistrati torinesi di essere stato lui, insieme ad altri suoi connazionali, a spruzzare uno spray urticante nel bel mezzo della serata Champions in Piazza San Carlo lo scorso anno. La folle azione, tesa a scatenare il panico e favorire ruberie varie, causò centinaia di feriti ed un morto. Da quel tragico avvenimento venne emanata la famosa “circolare Gabrielli” che non introduce nulla di nuovo ma, come ha precisato lo stesso Gabrielli (Corriere della sera del 19 aprile) “ha avuto unicamente la finalità di rispondere preventivamente a queste due domande, su chi grava l’obbligo e quali siano le misure di security e di safety da adottare per organizzare una pubblica manifestazione, peraltro in un contesto, come quello attuale, gravato da una minaccia terroristica, indistinta e indiscriminata. È evidente che una circolare con queste finalità non può avere ambizioni di esaustività”. Gabrielli è piuttosto chiaro in questo concetto. In pratica ci dice: “Le regole di sicurezza ci sono già, è bene sia chiaro di chi sono le responsabilità per la sicurezza prima dell’evento e non svegliarci la mattina dopo che l’evento si è realizzato e non sapere di chi fossero le competenze”. Quindi è chiaro che il Sindaco e le autorità di sicurezza non devono sottostare a nessuna nuova regola, devono solo dimostrare che hanno fatto tutto il possibile per la prevenzione. Non tutte le feste o gli eventi sportivi italiani, dice Gabrielli, si svolgono negli stessi luoghi e con le stesse modalità e quindi è impossibile mettere nero su bianco dettagliatamente ogni minimo particolare.
Dunque, pare che Sindaco e autorità, alle restrinzioni dello scorso anno (limite di affuenza nel Campo, controlli più severi e areee di sicurezza) che hanno infastidito non poco i contradaioli, per il 2018 abbiano deciso che se ne aggiungeranno altre, come l’allineamento tra le transenne di uscita dalla conchiglia con le vie di fuga dalla Piazza e c’è il reale pericolo di togliere anche i palchi del Magistrato nei vicoli. Ci dicono che non cambierà nulla rispetto alla tradizione e l’impatto con l’immagine di festa della Piazza sarà minimo, ma sappiamo tutti che non sarà così. Questa volta sembra siano state coinvolte direttamente anche le Contrade per trovare soluzioni meno invasive, ma ad oggi non sappiamo ancora i particolari di queste nuove misure di sicurezza che speriamo davvero possano essere le ultime. Oltrettutto il clima di allarme creato lo scorso anno, di certo non favorì il consueto afflusso di turisti e appassionati a cui ci eravamo abituati ed i continui controlli (a me controllarono anche la spesa, uscendo da un negozio alimentari in Piazza) più che ad una festa facevano pensare ad uno stato di assedio, rendendo l’atmosfera piuttosto pesante. Certo, dobbiamo essere realisti ed accettare il fatto che il mondo globalizzato impone questi fenomeni a catena, per cui se “Budino” crea un bel casino a Torino, gli effetti si faranno sentire anche a Siena. Occorre però valutare anche fino a quanto siamo disposti ad accettare queste restrinzioni, e coloro che sono chiamati, per il loro ruolo istituzionale, a difendere l’unicità del Palio devono avere anche il coraggio di onorare il compito in maniera netta e soprattutto trasparente, informando la cittadinanza ed i contradaioli per scelte realmente condivise. Il Palio può anche essere sospeso per un anno, come ha proposto Simonetta Losi. Un anno di sospensione per avviare una seria riflessione e lanciare un messaggio chiaro. Sarebbe una decisione drastica ma il Palio, nel corso dei secoli, ha passato e superato anche momenti più difficili. “Se il Palio non è adatto al mondo, allora il mondo non sia adatto al Palio” ha scritto Simonetta Losi sui social. D’altra parte, purtroppo, al mondo ci sarà sempre un “Budino” con intenzioni criminali, e se aspettiamo che questi “fenomeni” si estinguano per poter fare la nostra Festa in modo genuino e tradizionale, aspetteremmo invano. La mente criminale si muove sempre un passo avanti rispetto alla legalità ed alla prevenzione, e in fin dei conti a Siena chiediamo solo di fare quello che le istituzioni ci consigliano di fare quando accadono eventi come quelli di Torino o altri attentati, cioè continuare a fare la nostra vita di tutti i giorni, senza farsi intimorire. Lo abbiamo fatto per 5 secoli ed ora non deve essere di certo “Budino” a condizionarci.
Giovanni Gigli