Dopo le sanzioni paliesche del 2017 che hanno salvato Andrea Mari detto Brio, da più parti si richiede a gran voce una revisione del regolamento del Palio per la parte che riguarda appunto, le punizioni relative ai fantini ed alle Contrade. Pare che la colpa sia nel regolamento. A taluni, in particolare, pare di difficile interpretazione l’articolo 92. Eppure è scritto in un italiano che più chiaro non si può. Riportiamolo per intero:
“Nei sette giorni successivi a quello nel quale il Palio sia stato effettuato, i Deputati della Festa debbono rimettere all’Assessore Delegato una particolareggiata relazione in merito all’ organizzazione ed all’intero svolgimento del Palio stesso, segnalando ogni circostanza che meriti rilievo o che richieda provvedimenti.La relazione dei Deputati della Festa è l’unico documento sulla base del quale l’Assessore Delegato procede alle conseguenti proposte sanzionatorie.Della relazione debbono far parte integrante i rapporti scritti degli Ispettori della Pista e del Mossiere e tutti gli atti e/o documentazioni acquisiti nei cinque giorni successivi al Palio, termine entro il quale i Deputati possono sentire i Priori e/o i Capitani delle Contrade nonché i Fantini su specifici atti.Ogni atto e/o documentazione, pervenuti successivamente al quinto giorno non possono essere accettati“.
Vi è forse scritto che non si possono usare immagini, foto o altri filmati utili per redigere un completo rapporto sullo svolgimento del Palio ai fini delle sanzioni? No. Semmai il contrario. C’è scritto addirittura che i Deputati possono “interrogare” Capitani, Priori e fantini su atti specifici. E’ stato ascoltato il Mari? Direi di no. Sono stati acquisiti gli atti (foto, testimonianze, filmati) sullo specifico fatto? Direi di no. E la colpa sarebbe del Regolamento? Direi di no. Un fatto anomalo in realtà c’è. Non esiste, a quanto pare, oppure se esiste non è stato acquisito agli atti, il doveroso rapporto del Vigile Urbano che si frapponeva tra il Tittia e Brio. E questo è un bel mistero. Ricordiamo agli smemorati che nel passato è successo abbastanza spesso che sulla base di un rapporto di un pubblico ufficiale siano seguite sanzioni. Un esempio che mi viene in mente è quello riferibile all’agosto 1999 allorchè il Barbaresco della Tartuca fu punito con dieci anni di squalifica sulla base del rapporto di un Poliziotto Municipale. L’articolo del regolamento in questione è di una chiarezza unica, e sarebbe davvero grave modificare un articolo scritto anche con una certa lungimiranza, che lascia un ampio spazio di azione nella ricerca delle prove.
Nella fase inquirente infatti, chi di dovere (Ispettori e Deputati) devono raccogliere più informazioni possibili, attraverso una ricerca ad ampio raggio. Un lavoro delicato ma che risulta anche piuttosto agile, considerando l’aiuto che può offrire l’enorme fonte informativa di cui oggi gode (o ne fa le spese) il Palio. Insomma è evidente che sono i senesi, gli stessi contradaioli che sono chiamati a svolgere questo particolare compito ad essere gli unici responsabili nel non fornire un quadro veritiero, ovvero, una completa e particolareggiata relazione su ogni circostanza che può essere utile all’Assessore Delegato nel redigere le sanzioni. Fare la passeggiata sul tufo, forse non basta, occorre applicarsi un po’ di più.
Giovanni Gigli