Come un terremoto. Tutto era tranquillo, i giornali ci raccontavano le fortune dell’eden senese, i politici, o sedicenti tali, non si stancavano di rassicurare il popolo. Poi, improvvisamente, un pezzo per volta è crollato tutto: Università, una banca ultra secolare ed infine la anche l’Amministrazione Comunale. Forse, salviamo la Provincia. Ma a ben guardare la realtà, a Siena c’è qualcosa che rimane saldamente intatta da qualche secolo a questa parte, e vi rimarrà ancora per molto tempo se riusciremo a non introdurvi elementi estranei o mentalità falsamente spacciate da aperture moderniste, come è accaduto purtroppo almeno in un caso tra quelli citati. Questa realtà, naturalmente, è la Contrada, le cui caratteristiche essenziali costituite da: volontariato, relazioni intergenerazionali, solidarietà, democrazia, autonomia e controllo territoriale, rappresentano, se coltivate con passione, un valido antidoto a qualsiasi crisi interna, rappresentando la più salda struttura portante sociale di tutta la Città. I pericoli nel corso dei secoli non sono mancati di certo, ma quello più dannoso di tutti si è sempre rivelato la contaminazione con la politica, ed è per questo motivo che sarebbe sbagliato ritenere le Contrade di oggi, totalmente fuori pericolo. Già nel recente passato vi sono stati dei tentativi da parte della politica, (seppure passati quasi inosservati oppure talvolta accettati di buon grado) di blandire il mondo contradaiolo e le sue personalità di spicco per poterne sfruttare la buona immagine e le relazioni interne.Siena si aggroviglia particolarmente bene in questi intrecci che per taluni possono sembrare anche armoniosi, ma quando si parla di Contrade, gli attori dell’intreccio dovrebbero fare due passi indietro e riuscire a mantenere questo microcosmo sociale unico al mondo staccato da intromissioni che non porterebbero nulla di buono. Nel mondo delle Contrade naturalmente vi sono stati e vi saranno sempre persone che hanno assunto incarichi politici di alto livello e che hanno contribuito in maniera importante alla crescita culturale ed economica della Città. Ma questo è un altro discorso e per fortuna la Tartuca è una di quelle Contrade che ha prodotto tantissime personalità che hanno scritto la storia di Siena, difendendo in maniera decisa gli interessi della Città nei confronti di coloro i quali – dall’esterno – varie volte hanno tentato di approfittare del patrimonio senese. Anzi, direi proprio che di queste persone, che hanno saputo gestire la razionalità e l’ideologia politica con il cuore rivolto verso la Città e la Contrada in maniera indipendente e priva di secondi fini, si è perso da tempo lo stampo. Adesso la politica vede nella Contrada un serbatoio di voti che fanno gola ed il grimaldello per forzare il tesoro è progettato attraverso l’individuazione mirata di soggetti che possono favorire una “contaminazione naturale”. Questo tentativo di avvicinamento è tanto più forte quanto più difficile appare la situazione politica, come in questo momento. D’altra parte, le legittime richieste ed esigenze di cui le Contrade hanno bisogno per svolgere la propria attività possono rivelarsi come strumenti per ricatti indiretti da parte delle sirene politiche. E’ proprio in periodi come questi che la Contrada deve saper resistere e difendere la propria autonomia, ed i contradaioli stessi devono stabilire confini netti, tra la propria legittima aspirazione politica e l’interesse della Contrada, senza cedere alla tentazione di mettere a disposizione la propria “rendita contradaiola” a favore del confronto politico ed elettorale.
Giovanni Gigli